Cambia la normativa sul Biologico. Le novità per i consumatori.

Nuove regole per il Biologico. Lo scorso 16 Giugno, il Governo Italiano ha approvato un decreto legislativo sul Sistema di controllo e certificazione delle produzioni Biologiche.

 

Lo si aspettava da 22 anni, ovvero dal 1995, anno in cui si scelse finalmente di regolare e normare questo comparto che oggi ha un tutt’altro peso rispetto al passato.

Sia ben chiaro, non state per leggere un articolo di natura politica o pieno di commenti ed opinioni a riguardo. Sebbene come piccolo start up operante in questo mondo avremmo sicuramente le carte e la posizione per farlo, no non vogliamo farlo. Tanto meno se ancor oggi siamo qui a parlare di un decreto ovvero di un qualcosa che dovrà essere trasformato in legge (ed eventualmente prima modificato) dalle due camere.

L’obiettivo di quest’articolo è rendere partecipi ed informati tutti I nostri utenti. Tutti coloro che tengono al biologico, tengono alla qualità, tengono alla sostenibilità ambientale che questa modalità di coltivazione porta dietro con sé e tengono ovviamente a quei piccoli agricoltori che si danno ogni giorno da fare per garantirci cibi sani sulle nostre tavole.

Ma veniamo al dunque.

 

Cosa dice il Decreto e cosa potrebbe cambiare concretamente rispetto ad oggi?

I Controlli

La prima cosa che salta all’occhio riguarda l’attività di controllo su tutti gli attori del sistema operatori ed organismi di controllo. L’Ispettorato centrale per la tutela della qualità e la repressione frodi dei prodotti agroalimentari vigilerà e controllerà l’attività degli organismi. Sarà il Comando Unità Tutela Forestale, Ambientale e Agroalimentare dei Carabinieri a coadiuvarlo in quest’attività. Il decreto prevede infatti che questo corpo vigilerà non solo gli operatori ma anche gli organismi di controllo.

 

L’attuale sistema di Controllo e Vigilanza sul Biologico

 

Il Conflitto d’interesse

Un altro elemento importante di novità riguarda la regolamentazione dei potenziali conflitti di interesse venutisi a creare negli ultimi anni e l’introduzione di alcune norme a favore della concorrenza. Ci sono non solo obblighi di comportamento ma anche conseguenti sanzioni pecuniarie. Su questo punto le novità principali, il testo decide che:

  • Gli operatori del biologico non potranno detenere partecipazioni societarie degli organismi di controllo
  • Gli organismi di controllo non potranno certificare più per più di 5 anni lo stesso operatore
  • Gli organismi di controllo dovranno garantire adeguate esperienza e competenza delle risorse umane impiegate

 

La Banca Dati

Il decreto istituisce una banca dati pubblica che registrerà tutte le transazioni commerciali del settore biologico fruibile da tutti gli operatoti del Sistema. L’obiettivo dichiarato è quello di rendere più trasparenti le transazioni e più tempestiva l’azione antifrode a tutela dei consumatori.

 

Come al solito in questo tipo di eventi e situazioni, i commenti e le opinioni degli operatori del settore non si sono lasciate attendere. E come al solito, ci sono coloro a favore e coloro contro.

Abbiamo deciso di non riportarli in quest’articolo in quanto la percezione nel leggere questi commenti a caldo è che siano frutto di una certa parzialità tipica di organizzazioni e attori con svariati interessi sul tema, non capaci quindi di esprimere una certa oggettività che miri al benessere dell’intero sistema.

 

Noi un’idea ce la siamo fatta ma la nostra unica speranza è che con il passar del tempo questo decreto e chi ha il compito di modificarlo e approvarlo non si dimentichi dei principali obiettivi. Quelli che se raggiunti trasformerebbero il Paese con il numero di operatori biologici più alto d’Europa, in un paese migliore: l’incremento della tutela del consumatore, la garanzia della terzietà dei controlli e l’istituzione di sanzioni adeguate a difesa del corretto funzionamento del sistema.

 

Fonte: Mipaaf
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In nome dell’amore, la Pera Buona Luisa!


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BUONA LUISA D’AVRANCHES (Buona Luigia, Louise Bonne D’Avranches, Gute Luise)

Originaria della Normandia ottenuta da signor Longueval di Avranchesn (Francia) nel 1780, la pera Buona Luisa, deve il suo nome alla moglie dello scopritore, Louise. Da oltre 150 anni viene coltivata in Trentino, dove ha trovato il luogo ideale per condizioni climatiche e qualità del suolo. Frutto di media pezzatura, profumato, con aromi caratteristici della varietà. Si raccoglie e matura dai primi di settembre, si conserva per circa una ventina di giorni. Albero vigoroso, resistente al freddo, adatto alla coltivazione in montagna.

Il frutto va consumato preferibilmente fresco e a temperatura ambiente ma conservato a basse temperatura per evitare che il frutto marcisca in fretta. Viene utilizzata per la preparazione di piatti freddi accompagnati da formaggi piccanti, di macedonie, dolci, confetture e succhi. Nonostante la varietà non sia una pera prettamente da cottura, può essere consumata previa ebollizione in acqua con l ’aggiunta di zuccheri e aromi, ottima per l’alimentazione dei bambini fin dallo svezzamento.

 

La pera da un punto di vista nutrizionale è un armonico complesso di sostanze nutrienti. E’ ricco di zuccheri naturali e semplici, specialmente di fruttosio, ma ideale per la dieta poiché l’apporto calorico è di circa 100 cal. Per questo motivo è consigliato anche ai diabetici o a chi vuole limitare l’apporto di calorie senza rinunciare al sapore dolce del frutto. Sono ricche di fibra (un frutto di dimensione media contiene 2,3 grammi di fibra grezza e 4 grammi di fibra dietetica),un elemento indispensabile nella dieta umana che contribuiscono a limitare il livello di zucchero nel sangue, aiutano il funzionamento dell’ apparato digerente, riducono il rischio di cancro abbassano il livello di colesterolo nel sangue. Altro elemento che troviamo nella pera è il potassio. Ne troviamo circa 210 mg in una pera di medie dimensioni ed è molto importante per la salute umana soprattutto per coloro che praticano sport per facilitare la contrazione muscolare.

Contiene infine la vitamina C,la vitamina antiossidante che regola il metabolismo cellulare e la ristrutturazione dei tessuti, previene i danni da radicali liberi, mantiene la pelle giovane e levigata ed aumenta le difese immunitarie contro le più comuni infezioni.

Caratteristiche del Frutto:

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  • EPOCA DI RACCOLTA:  da uno al venti settembre

  • COLORE BUCCIA: giallo verde

  • PESO FRUTTO: 100/150 g

  • SAPORE: dolce di media acidità, gustosa, con un retrogusto fruttato, vanigliato, alle volte leggermente erbaceo.

  • POLPA: di media tessitura, succosa, soda, fondente.

  • CARATTERISTICHE PARTICOLARI: varietà molto antica

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Pesticidi

Pesticidi: l’UE conferma possibili danni al cervello.

E’ questo il risultato dell’analisi prodotta da alcuni autorevoli giornali inglesi, tra cui il Telegraph e l’Indipendent, su uno studio commissionato dall’Unione Europea sugli effetti dei pesticidi contenuti sul cibo che arriva sulle nostra tavole.

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Mangiare prodotti con alti livelli di pesticidi ha effetti negativi sul nostro cervello. E’ questo il risultato di una recente analisi commissionata dal Parlamento Europeo che ha analizzato a sua volta diversi report scientifici sul tema.

L’obiettivo era quello di capire una volta per tutte se effettivamente i cibi cosiddetti “Organic” in altre parole coltivati con modalità biologiche potessero essere più salutari di quelli coltivati attraverso modalità convenzionali.

Ebbene, i risultati emersi sono ancora una volta a favore del Biologico. Pur non spingendosi verso azzardati commenti che lasciamo a chi più scienziato di noi, sono diverse le indicazioni interessanti da evidenziare.

 

I possibili danni cerebrali:

Tra gli studi citati dal report sopramenzionato ne emerge uno Californiano che ha dimostrato come i bambini nati da donne in cui fossero state accertate durante la gravidanza tracce di Metaboliti Organofosfati – la base per molti pesticidi – potessero essere maggiormente soggetti nei primi due anni di età ad uno sviluppo mentale più lento, a problemi di attenzione dai 3 ai 5 anni di età e ad un più povero sviluppo intellettuale dai 5 ai 7 anni.

Un altro studio citato, inoltre, stima in una perdita di 13 Milioni di punti QI all’anno (quelli appunto attraverso cui si misura il Quoziente Intellettivo di una persona) l’effetto dell’utilizzo di pesticidi. Quantificato inoltre in una perdita economica di circa 125 Miliardi di Euro solo in Europa. Lo stesso studio inoltre giudica tale stima prodotta, come al ribasso, in quanto non inclusiva di analisi relative ad altre malattie quali il Parkinson, il diabete ed i vari tipi di cancro.

 

Sulla normativa, emergono gli interessi delle lobby.  

Le opinioni ed i commenti sulla qualità della normativa europea prodotti ex post sulle evidenze del report sono come al solito variegati ed in contrapposizione a seconda di quali siano gli interessi di chi le produce.

C’è chi fa notare come ci sia un’imponente regolamentazione a livello europeo sulla protezione delle coltivazioni la quale garantisce bassi livelli di attuale esposizione residua ai pesticidi, tali da non causare problemi per la nostra salute. E chi invece asserisce che nonostante ciò, esistono certezze di come almeno 100 pesticidi di diverso tipo possano danneggiare il cervello umano e che importanti vuoti permangono nel controllo.

 

Una verità c’è: possiamo fare a meno dei pesticidi e non c’è alcun vantaggio derivato per il nostro corpo.  

Nonostante le tante polemiche, qualche evidenza scientifica che non può esser messa in dubbio da una scarsa onestà intellettuale fortunatamente c’è. Ed anche il report in oggetto conferma ciò.

E’ importante affermare infatti che aldilà delle polemiche emerse, esiste un collegamento scientifico tra il consumo di cibo Biologico ed una diminuzione del rischio legato a malattie allergiche o a problemi alimentari (es. obesità). Un qualsiasi alimento prodotto attraverso modalità di coltivazione Bio, contiene bassissimi livelli di pesticidi tali da cancellare il rischio di questi per la saluta umana.

 

Pur non elevandoci a commentatori scientifici e lasciando la ricerca della verità assoluta sul tema a chi più esperto di noi ed a questo tipo di autorevoli studi, noi di Biorfarm, indipendentemente da qualsiasi evidenza che emergerà, combatteremo sempre a favore di uno sviluppo più sostenibile del nostro territorio.

Uno sviluppo che consideri come prioritario non solo la saluta umana, ma anche concetti come sostenibilità ambientale e sociale.

 

 

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Lo sapevi che le mela è il frutto che conserva più pesticidi di tutti? Sulle mele biologiche, come quelle che coltiva Paolo in Val di Non, di pesticidi neanche l’ombra!

Stanco di portare i pesticidi alla tavola dei tuoi bambini? Basta un po’ di attenzione quando si fa la spesa, è sufficiente preferire i prodotti certificati bio, con il logo ufficiale, e leggere attentamente l’etichetta prediligendo i prodotti italiani, dove i controlli sul biologico sono tra i più rigidi in Europa.

 

Ovviamente, quando possibile, la soluzione migliore è sempre quella di rivolgersi direttamente al contadino di fiducia che consuma i prodotti che coltiva, direttamente dalla terra alla tavola!

 

Fonte: Indipendent.com; The Telegraph

 

 

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Olio Extra Vergine d’Oliva: un farmaco naturale!

Negli ultimi anni sono aumentate le evidenze scientifiche sui benefici per la nostra salute del cosiddetto “Oro Liquido” ovvero l’Olio Extra Vergine d’Oliva. Non solo polifenoli, ma addirittura riduzione della glicemia.

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Che la nostra Dieta Mediterranea fosse tra le più salutari (ed apprezzate) al mondo non è certo una grande novità. Affermare che rappresenti quasi un elisir di lunga vita, infatti, è qualcosa già scientificamente provato[1]. E’ per questo che oggi vogliam parlare di uno dei pilastri di questo regime alimentare, l’Olio Extra Vergine d’Oliva, considerato quasi un farmaco naturale.

L’unico olio che a differenza di tutti gli altri oli, si ottiene dal frutto della pianta e dalla sola spremitura meccanica, contiene il 99% di lipidi, di Vitamina E e Vitamina K ed è costituito inoltre da fenoli, flavoni, flavonoli ed alcuni acidi e pigmenti.

 

Ma vediamo sinteticamente quali sono le più importanti evidenze scientifiche sui benefici dell’Olio Extra Vergine d’Oliva per il nostro corpo:

 

Colesterolo:

L’Olio Extra Vergine riduce il Colesterolo[2]. Il merito è di alcuni acidi grassi monoinsaturi che allo stesso tempo aumentano il Colesterolo Hdl di tipo buono e dall’altro riducono quello cattivo ovvero quello Ldl. Ovviamente ne risente positivamente tutto il nostro apparato cardiovascolare (per effetti positivi su cuore, vasi ed arterie).

 

Artrite ed Osteoporosi

Vitamina D e K2 presenti nell’Olio EVO migliorano l’assorbimento del calcio e del magnesio, con effetti positivi su tutta la saluta della nostre ossa e dunque nella lotta contro artrite ed osteoporosi.

 

Diabete

Uno studio di alcuni anni fa[3], promosso dalla Sapienza e pubblicato sulla rivista scientifica Nutrition&Diabetes ha dimostrato come l’ “oro liquido” riduca la glicemia ed aumenti l’insulinemia nei pazienti sani. Questi effetti considerano la pericolosità della glicemia per il nostro apparato sanguigno, aiutano a ridurre parecchi rischi cardiovascolari.

 

Antitumorali:

Sono molti gli studi che assegnano questo tipo di proprietà all’Olio Extra Vergine d’Oliva. Uno studio dell’Università di Siena ad esempio, ha dimostrato come un polifenolo, il DPE, attraverso l’inibizione di markers infiammatori e angiogenici, noti per contribuire al comportamento aggressivo nel cancro del colon, riduca l’espandersi dello stesso nelle sue prime fasi di crescita. Ed anche la Lega Tumori di Cuneo anni fa, si è soffermata sulle proprietà antitumorali dei cosiddetti fenoli liberi come Tirosolo ed Idrossitirosolo.

 

 

E’ importante ovviamente gestirne sapientemente il consumo e garantirsi la certezza della provenienza.

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E’ importante ovviamente gestirne sapientemente il consumo e garantirsi la certezza della provenienza e delle modalità di produzione, soprattutto oggigiorno che da “Oro Liquido” questo prodotto si sia trasformato nel classico prodotto civetta, vittima di costanti truffe da parte di produttori e brand, pronti a marcare come pregiato Olio d’Oliva Extra Vergine, olive meno pregiate provenienti dai più lontani posti del globo.

E’ questo tipo di comportamenti che danneggia l’intera immagine del nostro paese e della nostra piccola agricoltura. Noi di Biorfarm, per fortuna, ci sentiamo protetti. Anche quest’anno il nostro Guglielmo, ha ricevuto il premio Oleario più importante d’Italia quello Gambero Rosso, nel suo grado più alto, ovvero le 3 Foglie, ripagando la fiducia dei 500 agricoltori digitali che compongono oggi la nostra comunità.

 

Vuoi conoscere la storia di Guglielmo e del suo pregiatissimo Olio Extra Vergine? Scopri di più: Guglielmo Converso

 

 


 

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Le aste al ribasso della GDO. Ma chi paga?

Al fianco degli agricoltori!

Proprio nella giornata di ieri è ri-partita la campagna Filiera Sporca, un’iniziativa promossa dalle associazioni Terra e daSud che richiede l’abolizione di una delle più tipiche pratiche commerciali applicate dalla GDO (Grande Distribuzione Organizzata) a danno dell’Agricoltura: le cosiddette Aste al Doppio Ribasso. 

Le finalità dietro questa iniziativa sono tra le più nobili ed è per questo motivo che vogliamo provare a spiegarvi brevemente di cosa si tratta, analizzando come funzionano queste pratiche e quali conseguenze negative nascondono dietro il loro utilizzo e come possiamo tutti contribuire alla diffusione di pratiche più sostenibili.

vendita diretta dalla campagna

StampaLe Aste al Ribasso e la vendita “Sottocosto”

 

E’ come giocare alle slot machines”. E’ questa la frase che Francesco Franzese, manager di un importante produttore Italiano di pomodori, in un’intervista per la rivista “Internazionale” usa per sintetizzare il funzionamento delle Aste al Ribasso. Ma cosa sono realmente? Si tratta di operazioni attraverso cui i grossi player della GDO acquistano i prodotti dai loro fornitori, identificando e selezionando in tal modo quel fornitore disposto a cedere il proprio prodotto al prezzo più basso.

Ma vediamo come funzionano. Una volta definito il bisogno d’acquisto, l’acquirente (ovvero un operatore della GDO ovvero una di quelle catene dove siamo soliti fare la spesa) invita al proprio tavolo tutti i propri fornitori, chiedendo loro di avanzare un’offerta per una grande quantità di quel determinato prodotto. Una volta raccolte le prime offerte ed identificata l’offerta più bassa, viene convocata una seconda asta on line dove s’invitano gli stessi partecipanti a “rilanciare” ovvero a proporre una nuova offerta, più bassa delle precedenti e di quella risultata più bassa nella prima fase d’asta, al fine di ribassare ulteriormente il prezzo di vendita di quel prodotto. Il risultato sarà una battaglia di prezzi al ribasso in cui vincerà quel fornitore in grado di proporre il prezzo più basso in assoluto.

 

 

 

  • Quali sono le conseguenze negative dietro queste pratiche?

A pagare il costo più alto per l’utilizzo di queste pratiche sono l’ambiente ed i produttori. Aggiudicandosi una di queste aste, l’industriale che vi partecipa infatti, sta in qualche modo fissando il prezzo per future contrattazioni con i produttori/fornitori della propria filiera. Questi ultimi per accaparrarsi la commessa ed evitare di perdere quel Cliente al fine di garantirgli la consegna di quei determinati prodotti al prezzo fissato durante l’asta, saranno costretti a svendere il frutto del proprio lavoro, sovra-sfruttando i propri terreni o abbassando ulteriormente i propri costi rivolgendosi ad esempio al caporalato.

 

  • Cosa chiede la campagna #FilieraSporca e #Astenetevi

L’obiettivo della Campagna Filiera Sporca così come riportato sul sito ufficiale (www.filierasporca.org) è quello di “..ricostruire il percorso dei prodotti agroalimentari dal campo allo scaffale del supermercato” con l’obiettivo di mitigare il potere negoziale e rendere più etico quel “..ceto di intermediari che accumula ricchezza, organizza le raccolte usando i caporali e determina il prezzo”.

E’ per questo motivo che i promotori dell’iniziativa hanno inviato al Ministro Martina ed ai presidenti delle principali catene di supermercati chiedendo loro un impegno chiaro in tal senso. La campagna #Astenetevi inoltre chiama in causa anche cittadini e consumatori chiedendo loro di agire in qualche modo per chiedere loro un impegno concreto.

  • Cosa puoi fare tu?

Chi come noi vuol sostenere questa campagna, sposare i suoi valori e contribuire alla creazione di una filiera dell’agroalimentare più trasparente basata su delle regole e opportunità in cui tutti possano crescere e guadagnare, può compilare un form presente a questo link e cliccare su invia per recapitare una lettera al Ministro Martina per chiedere il proprio coinvolgimento diretto alla causa.

Tutto lo staff di Biorfarm ha già provveduto a sostenere questa campagna e non solo in quanto ci sentiamo portatori e sostenitori di quegli stessi valori di giustizia ed equità all’interno del mercato in generale, ma soprattutto perché è proprio per un’agricoltura più sostenibile avantaggio di produttori e consumatori che ogni giorno proviamo a dare il meglio di noi.

acquisto dal contadino

Alleghiamo per coloro interessati ad un approfondimento sul tema, il link di un interessante e recente articolo de “Internazionale” sul tema discusso:
Con le aste online i supermercati rovinano gli agricoltori

 

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Come sta il mio olivo biologico Converso?

Se hai appena adottato un Olivo centenario Converso e sei diventato parte della comunità biologica di Biorfarm, probabilmente ti sei anche chiesto “Come sta il mio ulivo? In quale fase della sua crescita si trova?”

Ulivo Converso

In questo articolo, Emma Converso, figlia di Guglielmo Converso, il nostro agricoltore di olivi centenari, ci racconta che cosa sta accadendo nei suoi campi di olivo.

Dobbiamo premettere che il ciclo naturale delle piante è costituito da diverse fasi, che si distinguono a seconda delle stagioni.
Ad esempio, l’insieme dei processi che fanno trasformare il seme in pianta viene chiamato germinazione. Da un piccolo germoglio al diventare un vero e proprio albero possono passare anche più di 10 anni, nei quali si alternano cicli di attività vegetativa, cicli riproduttivi e fasi di riposo durante il periodo invernale.
Una curiosità? Le piante sempreverdi non riposano mai ma hanno un periodo di continuità vegetativa.
Che cosa accade durante la primavera? Le piante si risvegliano dal freddo e la linfa, che precedentemente era stata trattenuta nel tronco per la sopravvivenza dell’albero, trasporta le sostanze nutritive verso le gemme. Queste iniziano a crescere e a gonfiarsi sempre di più.
È in questo momento che inizia la fioritura: il nettare viene emesso nei fiori.

Emma ci racconta: 

“Con la primavera l’ulivo si risveglia dopo la pausa vegetativa dei mesi freddi.
In questa fase di risveglio vegetativo spuntano tra le foglie i primi germogli di ulivo. Questo periodo segna il risveglio dell’olivo dalla sua fase di riposo vegetativo che serve alla pianta per superare i mesi freddi.

Già verso la fine di febbraio, a seconda delle zone e del rigore del periodo invernale, c’è una lenta ripresa della crescita vegetativa. Ai primi caldi si cominciano a notare sui rametti delle piccole protuberanze che germoglieranno fino ad arrivare a fiorire. Queste protuberanze sono i nuovi germogli di ulivo, chiamati anche mignole, che cresceranno per tutto aprile fino al momento in cui fioriranno.

In questa fase l’ulivo riprende forza, si accresce e le piogge primaverili e i primi caldi portano brillantezza alle chiome più alte. L’ulivo appare pieno, ricco e pronto a caricarsi di frutti.

Questa è la fase in cui una passeggiata in un uliveto diventa un’esperienza unica. Si avverte chiaramente la ripresa della natura che ritrova il suo corso potente, che riprende i suoi spazi. Se avete la fortuna di capitare tra gli ulivi dopo una pioggia, i colori saranno ancora più accesi, il terreno sarà più morbido, passeggiare sarà quasi difficile e questo vi consentirà di procedere lentamente in un tripudio di profumi e odori di terra!”

Vuoi adottare il tuo olivo centenario e ricevere direttamente a casa il tuo Olio Biologico Extravergine d’oliva D.O.P. Bruzio? Clicca qui e scopri come! 

 

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Danimarca, il primo Paese che aspira a diventare 100% BIO

Tutti in Danimarca, il primo paese che aspira a diventare 100% BIO

 

Del cambio dell’approccio ai consumi che sta caratterizzando il consumatore medio Europeo se ne è già parlato sul Blog di Biorfarm, ma della notizia che finalmente un Paese europeo si ponga come obiettivo di medio termine quello di trasformare l’intero sistema agricolo nazionale in Biologico al 100% non possiamo farne a meno di parlarne.

Come riportato da Organic Denmark, un’associazione nazionale di imprese, agricoltori e consumatori Biologici, i consumatori Danesi possono essere considerati come quelli più favorevoli al Biologico in tutto il globo e non è un caso che l’8% – la percentuale più alta in Europa – di tutto il cibo venduto in Danimarca sia Bio, con una crescita maggiore del 200% rispetto a 10 anni fa.

 

Sebbene qualcuno ci aveva già provato (il piccolo Bhutan nel 2013), il piano per raggiungere la quota del 100% è molto arduo ma stavolta l’impressione è che si siano messi in campo tutti gli strumenti e le iniziative possibili per permettere un raggiungimento dell’obiettivo nel medio termine.

La Danimarca infatti non fissa scadenze specifiche, sebbene si limiti a menzionare che l’obiettivo vada al più presto raggiunto. Il primo provvedimento del piano è quello relativo all’aumento delle aree e dei terreni coltivati in modalità non convenzionale, ovvero Biologica. Il piano lanciato dal Ministero dell’ Alimentazione, dell’ Agricoltura e della Pesca prevede di raddoppiare entro il 2020 la quantità di aree e terreni coltivati in modalità non convenzionale ovvero Biologica. Alla base del programma ci sono ovviamente anche ingenti investimenti. Il governo ha destinato circa 60 Milioni di Euro al raggiungimento dell’obiettivo ed il primo passo sarà quello di raggiungere la quota del 60% di cibo Biologico servito all’interno delle mense di tutte le istituzioni pubbliche e statali.

 

 

Ma concretamente quali sono le azioni previste dal Piano?

Il piano prevede per incrementare le probabilità di successo dell’iniziativa, la partecipazione ed il coinvolgimento all’interno del programma di tutte le istituzioni pubbliche dalle municipalità alle regioni le quali supporteranno attivamente l’iniziativa offrendo anch’esse prodotti Bio all’interno delle proprie strutture. Ma quali sono le principali azioni messe in atto dal Ministero dell’ Alimentazione, dell’ Agricoltura e della Pesca per arrivare alla quota del 100%?

  • Circa 3 Milioni di Euro da investire in pubblicità e promozione nei prossimi 5 anni
  • La semplificazione normativa e delle politiche che regolano questo tipo di coltivazione
  • La cessione di aree e terreni di proprietà pubblica ad agricoltori Biologici, finanziando la transizione dal convenzionale al Biologico
  • Un investimento di 8 milioni di Euro a supporto delle istituzioni pubbliche al fine di favorire l’utilizzo e l’acquisto di prodotti biologici

 

Il piano pare acquisire molti consensi tant’è che anche altri Ministeri faranno la loro parte:

  • Il Ministero della Difesa servirà più cibo biologico all’interno delle proprie mense e bouvettes
  • Quello dell’Ambiente convertirà parte delle aree che attualmente gestisce in Aziende Agricole Biologiche
  • Ed infine, il Ministero dell’Istruzione estenderà lo spazio dedicato alla coltivazione Biologica ed ai valori nutrizionali relativi a questi prodotti.

 

 

Insomma, c’è solo da prendere esempio da questo tipo di iniziative che dimostrano ancora una volta il progresso dei Paesi Scandinavi guidato dal pensiero di migliorare la vita dei propri cittadini sulla scia di quel “Siamo ciò che mangiamo” che nel nostro Paese dovrebbe essere più semplice che altrove.

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Mela Renetta del Canada Bio: La mela più antica della Val di Non

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Mela Renetta del Canada D.O.P.

La Mela Renetta del Canada, di antica origine francese, è una delle varietà più antiche presenti oggi sul mercato. Presente in Europa dal 1600, è arrivata in Val di Non più di due secoli fa, portandosi dietro tutto un patrimonio di bontà. La Val di Non si è dimostrata il luogo ideale per la sua crescita.

Insuperabile consumata cotta (non per niente è la mela con cui si prepara il famosissimo Strudel) e fra le migliori varietà per ottenere succhi e distillati.  Ha il gusto di chi ama distinguersi e per questo è la  varietà D.O.P. Mela Val di Non per i palati più raffinati. Ha una forma globosa e irregolare; al tatto spesso risulta un po’ ruvida e la buccia è spesso rugginosa, ma, come i veri esperti di mele sanno molto bene, quando la si assaggia rivela tutta una serie di aromi e una unicità di gusto impareggiabile.L’albero è alquanto robusto, i suoi frutti maturano e vengono raccolti intorno alla fine di settembre.

Ricordati che le mele, se tenute in un luogo fresco, come una cantina o una veranda chiusa, si conservano fino a un mese!

 

 

 

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Tabella “Polifenoli nelle mele”

Mela Renetta del Canada: un’alleata per la salute

Le mele Renetta sono perfette alleate della tua salute perché ricchissime di antiossidanti naturali: i polifenoli. Ne contengono infatti ben 212mg ogni 100 g, molti di più rispetto ad altre varietà di mele o a tanti frutti comuni. E se assunti in una dose giornaliera corretta, grazie alla loro azione di inibizione dei radicali liberi, gli antiossidanti contribuiscono a ridurre in modo importante l’invecchiamento cellulare e altri fenomeni degenerativi. Inoltre i polifenoli della Renetta non si disperdono durante la cottura mantenendo inalterate le loro proprietà benefiche. Per questo è la mela ideale per regalarsi sempre un piacere unico che, insieme a uno stile di vita adeguato, aiuta a mantenersi giovani, belli e sani.

 

 

 

Scheda tecnica: Mela Renetta del Canada

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Colore: giallo opaco, tendente al verde.

Segni particolari: “grana”, una rugginosità più o meno intensa ed estesa presente sulla superficie dei frutti, indice di una qualità ottimale.

Forma: sferica e tozza, leggermente appiattita e irregolare.

Polpa: bianca, morbida e pastosa.

Gusto: molto particolare, raffinato, saporito e aromatico, acidulo e mediamente zuccherato.

Periodo di raccolta: tra il 10 e il 30 settembre.

Conservazione: da fine settembre a maggio.

Suggerimenti: è la varietà ideale per le cotture. Perfetta per strudel, dolci e frittelle di mele. Cruda può essere gustata solo da veri intenditori, ma è certamente la più genuina, ricca di antiossidanti e un vero toccasana per la salute.

Hai adottato un albero di Mele Renetta o stai per farlo?

Ecco qualche utile consiglio culinario per deliziare il tuo palato:

 

– Charlotte light di Mele Renetta del Canada

 

Buon appetito!

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Mela Golden Delicious Bio, la preferita dagli Italiani!

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Si tratta di una delle varietà di mele più diffuse al mondo e rappresenta una delle più coltivate in Italia dove può contare su una diffusione molto elevata nell’ arco Alpino: Valle D’Aosta, Val di Non, Val Venosta e Valtellina. Nasce negli Stati Uniti negli ultimi anni del 1800, da un incrocio naturale tra Golden renette e Grimes Golden, ma deve il suo nome ai famosi vivai Sarck.

La mela Golden Delicious ha un legame particolare con l’Italia risultando in assoluto la varietà di mela preferita dagli italiani e la più diffusa lungo il nostro territorio. E’ caratterizzata da un’inconfondibile buccia gialla, più o meno rugginosa e da una polpa consistente e succosa, zuccherina e profumata. Non è un caso che il consumo ideale per questa mela sia da cruda, sebbene renda perfettamente anche da cotta, sia nella sua versione dolce, per esempio come guarnizione per torte, sia nella preparazione di gustosi e creative piatti salati.

 

 

La mela Golden contiene zuccheri di rapido assorbimento, è diuretica, rinfrescante e disintossicante, ricca di polifenoli ad alta bioattività, ed in grado di rallentare l’azione dannosa dei radicali liberi e di prevenire l’invecchiamento.
Proprio per le sue qualità tale mela, dal 2003, si fregia del riconoscimento “D.O.P. Mela Val di Non”. La Denominazione di Origine Protetta (D.O.P.) è un marchio di origine che viene attribuito a quegli alimenti le cui caratteristiche qualitative dipendono principalmente o esclusivamente dal territorio in cui sono prodotti. Chi produce alimenti D.O.P deve attenersi a precise regole produttive e il loro rispetto è garantito da uno specifico organismo di controllo. Quindi un prodotto D.O.P è sinonimo di garanzia, sicurezza e bontà a 360°.

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Scheda tecnica Mela Golden Delicious:

Colore:

variabile tra il verde ed il giallo intenso in relazione a epoca di raccolta e stato di maturazione.

Segni particolari:

Occasionalmente può presentare una lieve rugginosità.

Forma:

Tronco-conica, tendenzialmente allungata. Può apparire più allungata nei casi in cui cresca in zone montane.

Polpa:

Colore crema. In genere compatta, croccante e succosa. Tende a diventare più morbida con l’avanzare dello stato di maturazione fino a diventare farinosa in frutti troppo maturi.

Gusto:

Amabile e appagante per il perfetto equilibrio tra dolcezza, aromi e componenti acidule.

Periodo di raccolta:

In genere tra l’ultima decade di Settembre e la fine di Ottobre

Disponibilità:

Si presta meglio di qualsiasi altra mela ad essere conservata per lunghi periodi senza il ricorso a nessun tipo di conservante. Grazie a questa preziosa caratteristica e conservandola in cella friogorigerica, è  disponibile in ogni periodo dell’anno.

Prodotti Biologici Biorfarm

Utilizzare le Golden Delicious Biologica in cucina, è davvero semplice vista la possibilità di utilizzarle praticamente sia crude che salate.
Ecco qualche ricetta culinaria per utilizzare al meglio la frutta del tuo albero:

Risotto Mele Golden e Speck

 

Tartatelle di pasta brisee con dadolata di maiale su purea di mele Golden Delicious

 

Insalata di Mele: 4 Varianti

 

Crostata di Mele Golden

 

“Patatine” di Mele

 

Conosci altre gustose ricette culinarie in cui utilizzi le mele Golden? Condividile con noi su FaceBook o Twitter, aiuterai tutta la Comunità Biorfarm ad utilizzare nel miglior modo possibile le mele bio del proprio albero. 

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Uno sportello telematico per denunciare i finti prodotti BIO

Sebbene i clienti Biorfarm non ne abbiano bisogno in quanto i criteri di selezione delle aziende agricole che entrano a far parte della nostra comunità non sono rigidi, ma rigidissimi, vogliamo oggi condividere con Voi una bella iniziativa lanciata da FederBio e Adoc , una delle associazioni a difesa dei consumatori più attive tra quelle esistenti.

 

Come ben saprete, il settore del Bio è sempre più soggetto a frodi e truffe che minano l’intera credibilità nazionale del settore. Tutto ciò a discapito di tutto quel nucleo duro dell’agricoltura italiana che si fa in quattro per produrre alimenti di qualità con metodologie di coltivazione non convenzionali a difesa dell’ambiente e della qualità in genere.

E’ nato ad Ottobre il primo sportello online dedicato ai consumatori che vogliono avere maggiori informazioni sulla produzione, sull’etichettatura e sui controlli dei prodotti Bio che oltre ad informare i consumatori sui principi della produzione Bio, permette di segnalare eventuali prodotti che espongono un’etichettatura non conforme alla normativa o che vengono venduti come prodotti Biologici pur non essendo tali in un’ottica di contrasto alle frodi nel settore.

Grazie a questo sportello virtuale, operativo sul sito dell’Adoc, i consumatori possono ricevere le più dettagliate informazioni sul mondo dell’agricoltura e dell’allevamento Biologico, sia in merito al metodo di produzione sia ai principi che governano il settore, sulle modalità di etichettatura dei prodotti Biologici e sui rigorosi controlli effettuati presso gli operatori.

 

Dall’origine delle materie prime al logo comunitario. Dai controlli sulla produzione alla corretta terminologia. Attraverso questo sportello, i consumatori avranno finalmente la possibilità di arricchire la loro conoscenza sui prodotti Bio. Ed in aggiunta potranno anche contribuire in prima persona alla lotta contro le frodi e le contraffazioni.

La nascita di tale strumento per noi di Biorfarm è una notizia positiva. L’iniziativa risulta completamente in linea con il nostro modello di pensiero basato su un contatto sempre più diretto con il consumatore finale che per noi dovrebbe essere sempre più informato e consapevole sul cibo che porta sulla propria tavola.

Per noi la crescita del settore in modo sano e trasparente non è un semplice desiderio. E’ il motivo che ci spinge ogni giorno a crescere e migliorare.

 

Hai visitato lo sportello virtuale creato da Adoc e FederBio? Condividi con noi le tue impressioni lasciando un commento qui in basso o nella nostra pagina Facebook.

Per noi, la tua opinione vale più di mille iniziative!

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