In mezzo a tante giornate mondiali di qualcosa, il rischio è sempre quello: che la doverosa celebrazione diventi col tempo un rituale o una sottile retorica. Così oggi, 16 ottobre 2018, cercheremo di parlare della Giornata Mondiale dell’Alimentazione con la sensibilità che riteniamo opportuna. Ma anche con l’orgoglio di chi come noi ogni giorno lavora nel cosiddetto settore Food per creare connessioni virtuose tra agricoltori della filiera biologica e consumatori che desiderano frutta sana e fresca sulla loro tavola. Entrambi sono figli di una scelta – di produzione da un lato, di consumo etico dall’altro – che innanzitutto è il desiderio di affermare che un mondo più salutare e sostenibile è possibile. Non solo, è necessario. Per questo motivo, la nostra grande sfida è quella di promuovere l’adozione di un albero da frutta.
Lo abbiamo detto pochi giorni fa, parlando del ruolo degli agricoltori nel difendere la biodiversità. La battaglia per la produzione biologica è innanzitutto una battaglia per il futuro, e rispecchia pienamente i valori con cui, nel 1979, la FATO ha istituito il World Food Day: sensibilizzare l’opinione pubblica sul problema della fame nel mondo. Il tema dell’edizione 2018, scelto dall’agenzia delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, ci ricorda che “le nostre azioni sono il nostro futuro” e sottolinea l’importanza di un mondo a Fame Zero entro il 2030.
L’impatto della fame nel mondo
In questo preciso momento, mentre state leggendo il nostro post, nel mondo 821 milioni di persone stanno soffrendo la fame e la denutrizione, all’interno di un circolo vizioso che mette a repentaglio non solo le condizioni di salute del singolo o della collettività, ma i legami sociali, la possibilità di costruire comunità sociali equilibrate, la sicurezza. E, perché no, la democrazia. La fame è un gigantesco moltiplicatore, perché mette i deboli in condizione di poter essere ricattati dai forti.
La fame uccide più di malattie, come l’Aids, che negli anni abbiamo imparato ad associare al Male Assoluto, e in molti paesi è diventata il motore di ulteriore disuguaglianza sociale e civile, con un effetto domino le cui conseguenze sono destinate a durare ben oltre il 2030, posto che entro quell’anno si raggiunga agevolmente l’obiettivo dichiarato di portare a zero le persone che nel mondo non hanno di che nutrirsi.
Di questi 821 miloni di persone, 7 su 10 vivono in zone rurali e lavorano nel settore agricolo, senza purtroppo poter godere decentemente del frutto del proprio lavoro e patendo ogni sorta di discriminazione.
Uno stile di vita sostenibile? Ecco come fare
Sappiamo per certo che ognuno di noi, almeno una volta nella vita, si è chiesto in che modo poter adottare uno stile di vita sostenibile ed equo. Da quando siamo attivi online e su Facebook molti, infatti, ci hanno scritto per avere informazioni e qualche “dritta” preziosa, spesso nel timore di dover ribaltare la propria quotidianità. Non è così, ci teniamo a rassicurarvi: per vivere in modo più rispettoso di sé, degli altri e dell’ambiente in cui viviamo sono necessarie poche semplici mosse. Ce lo ricorda anche la FAO, di cui riproponiamo molto volentieri le linee guida che aiutano ognuno di noi a dare il proprio piccolo contributo. Come vedrete, è molto più semplice del previsto.
Non sprecare cibo
A casa, tra amici o al ristorante è possibile – anzi, consigliato – alimentarsi in modo tale da ridurre al minimo lo spreco. Basta poco: dal chiedere una mezza porzione al cameriere, al fare la spesa in modo da non comprare molto più cibo di quanto ce ne serve in realtà.
Ottimizzare la produzione agricola
La popolazione umana sta crescendo a ritmi vertiginosi. Nel 2050 supereremo la soglia di 9 miliardi: per questo motivo, è obbligatorio trovare nuovi metodi integrati, sani e sostenibili per produrre frutta e verdura, possibilmente rinunciando all’uso di pesticidi dannosi, aumentare la resa potenziale dei terreni e migliorarne la qualità.
Alimentarsi in modo sano
Purtroppo vivere con l’acceleratore sempre a tavoletta ci porta a mangiare di fretta e male, indebolendo la mente e il corpo. Per questo motivo è fondamentale iniziare a mangiare sano, preparando ricette fatte con ingredienti salutari e meno elaborati possibile. Privilegiare le verdure e la frutta biologica e scegliere solo prodotti sostenibili.
Sostenere i progetti innovativi
Tutti possono avere un ruolo attivo per contribuire all’obiettivo Fame Zero. Mettere in comune saperi e risorse, sostenere chi lavora al fianco di produttori etici e agricoltori biologici, o collabora con le agenzie nazionali e internazionali.
L’impegno di Biorfarm nel sostenere l’agricoltura biologica
Noi ce la stiamo mettendo tutta. Il nostro è un lavoro che richiede una responsabilità enorme, ripagato dai risultati ma soprattutto dalla grande stima che, ogni giorno, agricoltori biologici e clienti testimoniano nei nostri confronti. Oggi si celebra la Giornata Mondiale di un impegno collettivo di cui facciamo parte con orgoglio e rispetto. Non dimentichiamo l’importanza di questa giornata, ma ne faremo un’occasione per impegnarci 365 giorni l’anno. Questa è la nostra promessa nei confronti di tutti voi.
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