Poche volte negli ultimi 200 anni si era vista un’Italia così a secco. Cambiamenti climatici, poche piogge, infrastrutture non adeguate; le cause sono molteplici ed ognuna con una sua storia. Ma a volte cercare i colpevoli, è un’attività che andrebbe svolta successivamente. Prima può essere utile fare un punto della situazione per capire l’entità del problema.

Quest’anno in Italia ha piovuto il 60% in meno della media annuale ed il risultato di questo dato non poteva che riflettersi nello stato di salute dei nostri fiumi e dei nostri laghi. Il Po è circa 3.5 metri sotto lo zero idrometrico – mezzo metro sotto il livello dell’anno scorso -. Il Lago di Garda è appena al 34,4% della sua capienza media e su quello di Bracciano, vicino Roma  – di cui avrete sentito parlare nei giorni recenti – il Geologo Anguillara afferma che “..non è mai stato così basso dai tempi dei Romani”.

E sebbene i problemi, quelli “veri” come razionamento e assenza totale, non abbiano ancora colpito la stragrande maggioranza dei cittadini Italiani, i danni già si contano e fanno paura. Secondo il report presentato circa 10 giorni fa dalla Coldiretti, ammontano già a più di 2 Miliardi di Euro i danni per il comparto agricolo causati da questo fenomeno che ha reso aridi 2/3 dei campi nazionali.

Situazione critica, da Nord a Sud

Questa volta non si tratta di un problema limitato al Nord, o del Sud del Paese. I danni ed i problemi sono così diffusi che ben 10 Regioni Italiane sono pronte secondo l’Ansa a chiedere lo stato di calamità al ministro Martina. Da Nord a Sud, passando per il Centro, l’agricoltura e l’allevamento appaiono in ginocchio.

In Lombardia, le perdite ammontano a circa 90 milioni di Euro. Frumento, mais, ma anche latte e anche allevamento, risultano i più colpiti. Situazione simile in Piemonte, Friuli Venezia Giulia e Veneto, dove lo stato di crisi è stato in verità già sancito attraverso l’emissione di 3 ordinanze. Emilia Romagna e Liguria non se la passano meglio, in quanto oltre ai già grandi problemi causati dalla siccità, devono fronteggiare ulteriori danni causati rispettivamente da gelate ed incendi. Per non parlare del Trentino, regione del nostro Paolo Rossi, dove la situazione è al limite del disastro: ai danni dei grandi giorni di freddo di pochi mesi fa, le purtroppo famose “gelate”, si aggiungono quelli della siccità. La Coldiretti parla di danni che raggiungono il 100% delle coltivazioni per alcune aziende agricole.

Anche al Centro i numeri parlano chiaro. In Toscana i danni ammontano per la Coldiretti a 200 Milioni; nelle Marche circa 30 ed oltre il doppio in Umbria, dove grano, orzo, mais, olio e miele fanno segnare diminuzioni nella coltivazione anche fino al 60%. Stessa situazione nel Lazio ed in Abbruzzo dove nella sola Marsica le perdite di ricavi arrivano a 200 Milioni.

Sud ed Isole non sono da meno. In Campania, la Regione ha già chiesto lo stato di calamità naturale a fronte di danni di circa di 200 Milioni. Anche Puglia e Basilicata soffrono gravi problemi di siccità con la seconda più a rischio della prima, dove se non dovesse piovere ancora per settimane si arriverebbe ad un meno 30% nella produzione di Olive. Infine la nostra amata Calabria, che purtroppo è nel gruppetto di testa di questa triste classifica con 310 Milioni di Euro di danni che vanno ad aggiungersi ai già menzionati problemi causati dai frequentissimi incendi delle ultime

Quali sono le cause?

Un mix di cause naturali e mala gestone dell’infrastruttura e delle risorse sembrano essere in questa prima fase, le cause di questo grave fenomeno. Secondo Morabito, climatologo del CNR, se stiamo vivendo questa siccità è “..perché stiamo pagando adesso le conseguenze della scarsità di piogge registrata nel periodo autunno-inverno, mesi nei quali ha piovuto troppo poco e l’acqua non ha quindi riempito le falde”.

Altra motivazione però è da ricercarsi in quel dato pubblicato dall’Ispra che valuta la perdita media d’acqua in 116 capoluoghi di provincia di circa il 35,4%. Si passa dalle percentuali modeste come quelle del 12,2% di Milano fino a contesti dove più dei due terzi dell’acqua viene persa come il 77% di Cosenza.

Pianificazione, programmazione, prevenzione e ricerca sono per noi di Biorfarm le possibili soluzioni a questo tipo di problema. C’è comunque bisogno di tutti, governo, aziende, cittadini, agricoltori. Tutti dovremmo far la nostra parte verso una gestione più efficiente della materia prima.

 

Come stanno i nostri agricoltori?

Gli Alberi di Mele e di Pere della nostra Comunità, ovvero quelle degli Alberi offeri in adozione e curati da Paolo, al momento nonostante alcuni danni subito da Paolo pare abbiano superato il periodo più brutto, merito anche della posizione dell’Az. Agricola Rossi a ridosso del Lago di Santa Giustina in Val di Non.

Guglielmo, dopo aver superato un brutto momento alcune settimane fà in seguito a dei danni causati da un incendio nella sua tenuta, grazie ad un’ottima programmazione è riuscito fino ad ora a far fronte a questa emergenza, limitando per fortuna i danni.

Stessa situazione per Paolo De Falco che ha limitato i danni alle sue coltivazioni grazie ad alcuni interventi idrici effettuati anni fà per mitigare qualsiasi rischio di questo tipo.

 

 

Vi terremo costantemente aggiornati, ma per fortuna almeno per il momento il peggio sembra esser passato!