Oggi abbiamo parlato con Francesco, che si occupa insieme alla mamma Maria Grazia della Società Agricola Valbindola di Mazzi Francesco Saverio e C.S.S., nello splendido territorio della Valle del Tramazzo in Emilia Romagna. La valle prende il nome dal fiume, che nasce dall’Alpe di San Benedetto: un territorio incontaminato, costellato di boschi e colline rigogliose

Francesco ha 23 anni e la sua passione per l’agricoltura lo accompagna fin da quando era bambino, si sta laureando presso la facoltà di Agraria e ha ereditato insieme alla mamma la gestione delle attività agricole dal nonno Amedeo, che prima dava il nome all’azienda. 

Da 3 anni hanno ufficializzato le loro coltivazioni biologiche e hanno cambiato il nome della società: Valbindola è il nome di uno dei tanti casolari presenti nei loro campi, ed è stato scelto per focalizzare l’attenzione non tanto su chi gestisce l’azienda ma sull’azienda stessa e sui campi coltivati, per valorizzare ogni singolo ettaro di terreno. La società agricola si estende su 180 ettari, di cui 90 coltivabili: oltre alla coltivazione di legumi Francesco produce la farina tipo 1 del grano antico Gentil Tramazzo, tipico del territorio di Tredozio, dal sapore distintivo che richiama l’aroma di castagna. 

Parliamo del territorio in cui si estende la vostra azienda: quanto è importante per voi preservarlo e valorizzarlo anche attraverso l’agricoltura?

“Per noi è fondamentale il legame con il nostro territorio, che caratterizza i nostri prodotti rendendoli unici. La Valle del Tramazzo è ancora poco conosciuta a livello turistico ma è davvero bellissima, per questo uno dei nostri obiettivi come azienda è quello di costruire un’immagine riconoscibile che possa valorizzare il territorio per rivalutare un’area piuttosto marginale ma ricca di risorse. Il grano Gentil Tramazzo porta con sé i sapori tipici del nostro territorio e migliora di anno in anno grazie alla nostra selezione accurata del seme di frumento che andiamo a seminare, anche seguendo i gusti dei nostri clienti.”

Perché avete scelto di dedicarvi alla coltivazione biologica?

“Mio nonno ha sempre coltivato con metodi naturali i terreni dell’azienda, noi ci siamo certificati 3 anni fa quando li abbiamo ereditati da mio nonno Amedeo. Per noi è importante coltivare in modo biologico per preservare le caratteristiche del territorio, della biodiversità, vorremmo portare avanti un tipo di agricoltura sostenibile e una filiera locale. Siamo molto impegnati anche nel mantenimento della flora e della fauna del nostro territorio, in questo momento stiamo monitorando con il supporto di esperti una popolazione di rospi presenti nei torrenti dei nostri campi.”

Qual’è il motivo per cui avete deciso di entrare a far parte di Biorfarm?

“Da tempo ero alla ricerca di una piattaforma che instaurasse non solo un rapporto di vendita con il cliente, ma che puntasse a valorizzare il concetto di produzione e che mettesse a conoscenza il consumatore dei cicli di produzione del prodotto. Il nostro valore aggiunto come azienda è la sperimentazione.”

Cosa ti piacerebbe condividere con i clienti di Biorfarm?

“Mi piacerebbe condividere sia la parte della crescita del frumento sia la parte della raccolta: ricevere i clienti e trascorrere la giornata insieme a noi, quando raccogliamo le parcelle del grano suddivise dalla trebbia, sarebbe bello poter mostrare il prodotto, vedere la tracciabilità. Mi piacerebbe molto anche organizzare un evento di degustazione della farina tramite la piadina romagnola.”

Come descriveresti la tua azienda?

Selvaggia, che preserva un equilibrio tra flora e fauna e supporta la biodiversità e l’innovazione. Un’azienda che garantisce una materia prima di altissima qualità in campo, con un controllo costante dal punto di vista genetico.“

Una ricetta con i tuoi prodotti?

La piadina romagnola tipica di Tredozio! Semplice e veloce da preparare.

60g di acqua

10g di olio (di Brisighella)

2,5g di sale

2,5g di bicarbonato

120g di farina

Si mescola tutto finché non si ottiene un impasto omogeneo, poi si va ad addizionare la farina. Una volta che l’impasto diventa liscio va messo in frigorifero per 30 minuti. Poi si appiattisce bene in padella per la cottura. Il sapore è distintivo, tipico della zona.