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Più di una volta, in Biorfarm, si è deciso di evitare di prendere posizione su argomenti che potessero avessero un risvolto politico per evitare il rischio di non poter rappresentare con le nostre posizioni, i pensieri di tutti i membri della nostra Comunità che non la pensassero come noi.

Stavolta però c’è poco su cui pensare.

La posta in gioco è qualcosa di troppo grande, non solo perché è tema centrale delle battaglie di Biorfarm e di chi ne fa parte, ma perché gli effetti potrebbero essere più disastrosi di quanto la nostra fantasia possa immaginare. Per tutti.

Per questo motivo, oggi ho chiesto che il mio pensiero apparisse sul nostro blog, provando brevemente ad introdurre il problema (per i meno curiosi) per poi condividere con Voi il collegamento tra la nostra comunità e le battaglie di tanti che in questi giorni stanno scendendo in piazza.

#FridaysForFuture – Una battaglia che non è solo studentesca:

#FridaysForFuture è un movimento nato ad Agosto 2018 in occasione della protesta lanciata dalla quindicenne svedese Greta Thunberg contro la mancanza di azioni da parte del suo governo per combattere il cambiamento climatico.

All’indomani delle elezioni nel suo paese, Greta ricomincia a frequentare la scuola, limitando la sua protesta al venerdì. È così che nascono i Friday for Future.

La protesta di Greta e di tutto il movimento è continuata anche quest’anno, acquisendo sempre più consenso dopo che Greta con i suoi interventi ha bacchettato pubblicamente i maggiori uomini di potere.

Dal vertice sul clima delle Nazioni Unite in Polonia, fino al Parlamento Europeo passando per il forum di Davos, oggi la battaglia contro il cambiamento climatico non è solo di Greta ma è diventata di tutti noi.

“Dobbiamo parlare chiaramente, non importa se è scomodo. Voi avete paura di diventare impopolari, volete andare avanti con le stesse idee che ci hanno messo in questo casino […] Non siete abbastanza maturi per dire le cose come stanno”.

“Non siamo venuti per chiedere ai leader di occuparsene. Ci avete ignorato in passato e continuerete a farlo. Voi non avete più scuse, noi non abbiamo più tempo. Siamo qui per farvi sapere che il cambiamento sta arrivando, vi piaccia o meno. Il vero potere appartiene al popolo.”

Un problema solo in apparenza invisibile

Un problema nel problema.

È quello che penso sulla reazione agli effetti del cambiamento climatico da parte di tutti noi. Ci sono, sono misurabili e misurati, ne si conosce l’entità ma troppe volte se ne parla con quell’atteggiamento tipico da contesti dove si affrontano problemi di carattere globale che necessitano del supporto di tutti per la loro risoluzione. Come se la proprietà del pianeta – inteso come territorio – fosse così distribuita tra ognuno di noi tanto da allontanarci dal principio per cui chi trae benefici è giusto che ne paghi anche i costi.

È ingiusto e da incoscienti sperare che il conto tocchi al prossimo o sentirsi escluso dal problema perché in fondo il contributo di ognuno di noi non sarà mai equiparabile a quello derivante dall’inquinamento prodotto aziende o consorzi. Ed è ancora più sbagliato pensare che le conseguenze principali tocchino ai nostri nipoti, dal momento che alcuni degli effetti sono già visibili: (NASA)

  • Aumento delle temperature: sempre meno uniforme tra le varie parti del globo
  • Aumento della durata delle FrostFree Season (stagioni senza ghiaccio): sembra positivo, ma stagioni più calde aiutano i parassiti dell’agricoltura a sopravvivere più lungo
  • Cambiamento dei modelli di precipitazioni: aumentano i lunghi periodi di precipitazioni ed aumenta la loro frequenza
  • Aumento della siccità: settimane particolarmente calde da eventi di cadenza ventennale si ripeteranno ogni 2-3 anni
  • Aumento degli uragani: più forti, più frequenti.
  • Aumento del livello del mare: fino ad un 1.20mt alla fine di questo secolo
  • Un circolo polare artico senza ghiaccio: saranno così le estati al Circolo tra trent’anni; trent’anni, non trecento

La nostra idea

«Alcuni dicono che dovrei studiare per diventare uno scienziato del clima in modo da poter “risolvere la crisi climatica”. Ma la crisi climatica è già stata risolta. Abbiamo già tutti i fatti e le soluzioni» ha detto Thunberg.

Sostenibilità ambientale e sociale. Qualunque decisione c’è da prendere nel team, non verrà presa se non dopo aver superato questi due primi filtri.

La nostra idea di sostenibilità parte dal basso e non coinvolge i grandi capi di stato o presidenti di organizzazioni internazionali, ma ha tutti noi come punto di partenza. Ovvio le maggiori responsabilità sarebbero proprio da attribuire a scelte politiche ed ambientali completamente folli e non curanti del problema, ma al tempo stesso resta alto il contributo negativo insito nelle nostre scelte individuali di routine, a partire da ciò che mangiamo ogni giorno.

Cosa c’entra il cibo con il clima?

Se pensassimo un po’ di più a cosa si nasconde dietro quel prodotto che portiamo sulla nostra tavola, la risposta risulterebbe facile ed immediata. Ma in fondo il gruppo di persone che si pone questa domanda è ancora troppo poco numeroso rispetto a coloro che non lo fa.

Basterebbe consumare il 30% in meno di carne per avere 1 tonnellata di emissioni di CO2 in meno all’anno e mitigare al tempo stesso il rischio di deforestazione. Basterebbe scegliere il Bio, per ridurre le emissioni del gas serra del 60% rispetto all’agricoltura convenzionale. Basterebbe optare per la spesa dal contadino per continuare ad abbassare le emissioni di CO2 come dimostra SlowFood, quando calcola che per la produzione di un formaggio si potrebbero risparmiare circa 1 tonnellata di CO2 optando per un prodotto non industriale. 
E preferisco non dilungarmi, in quanto iniziando a menzionare i vantaggi a riguardo derivanti da un modello di filiera corta, potrei venir tacciato di autoreferenzialità.

Insomma come sempre son le nostre piccole scelte a far la differenza. Non quelle di domani, ma quelle di ieri, di oggi, incluso quella che prenderai stasera a cena. Sperando che Biorfarm ed i piccoli produttori della nostra famiglia possano aiutarti ogni giorno di più a prendere la migliore scelta possibile.