Facciamo un giro nei campi di albicocche d’Italia e scopriamo insieme cosa sta succedendo in Italia attraverso testimonianze reali. 


Il 2024 si sta rivelando un anno particolarmente impegnativo per i coltivatori di albicocche in Italia. 

Le condizioni climatiche estreme, stanno mettendo a dura prova la resilienza dei produttori. In questo articolo, esploreremo le testimonianze dei nostri agricoltori e analizzeremo le sfide specifiche che stanno affrontando, con un’attenzione particolare alle coltivazioni biologiche.


Uno dei nostri frutti preferiti.

L’Italia è rinomata per la sua ricca varietà di albicocche, con ogni regione che offre caratteristiche uniche e distintive.

Tuttavia, quest’anno, oltre alle consuete sfide che i produttori affrontano in una filiera alimentare spesso penalizzante, si aggiungono le condizioni climatiche avverse che stanno colpendo duramente i coltivatori lungo tutta la penisola.

 

Sicilia:

La Sicilia è tra le regioni più colpite dalla siccità. I dati del report della Regione Siciliana indicano che nel 2024 è caduta meno della metà dell’acqua rispetto alla media degli ultimi anni.

In particolare, il lago di Poma, che serve 7.500 ettari di terreni agricoli, ha visto il suo livello scendere a meno della metà del normale.

 

Angela Arcoria ci rende partecipi di tutto ciò…


 

Campania:

In Campania, le temperature invernali sono state molto più alte rispetto all’anno precedente, con una media di 2°C superiore.

Questo ha impedito alle piante di albicocca di entrare nella fase di dormienza necessaria per una corretta fioritura. Gli sbalzi termici hanno anche causato problemi durante l’allegagione, compromettendo la qualità e la quantità del raccolto.

 

Antonella ci porta nei suoi campi, mostrandoci le conseguenze del cambiamento climatico.


Puglia:

La Puglia ha affrontato un mix devastante di siccità e grandinate improvvise. Le temperature hanno superato i 30°C già in primavera, aggravando la situazione. Le piogge, quando ci sono state, sono state spesso violente e hanno danneggiato i frutti in fase di crescita, riducendo ulteriormente la produzione.


 

Problemi Specifici e le Loro Conseguenze:

  • Siccità

    La siccità è uno dei principali problemi che hanno colpito le coltivazioni di albicocche nel 2024. Le piante di albicocca richiedono un’irrigazione regolare, soprattutto durante le fasi di fioritura e allegagione. La mancanza d’acqua causa stress idrico, che riduce la crescita dei frutti e ne compromette la qualità. In Sicilia, molti agricoltori sono stati costretti a ridurre drasticamente la loro produzione o a passare a colture meno idrovore.

 

 

  •  Mancanza di Freddo in Inverno

    Un inverno insolitamente mite ha impedito alle piante di albicocca di entrare in dormienza, una fase cruciale per una fioritura sana. Senza un adeguato periodo di riposo, le piante non sono riuscite a fiorire correttamente, riducendo drasticamente la quantità di frutti disponibili per il raccolto. In Campania, le ore di freddo sono state insufficienti, portando a una fioritura disomogenea e a un calo della produzione del 30% rispetto all’anno precedente.

 

 

  • Grandinate Improvvise

    Le grandinate violente e improvvise hanno danneggiato i pochi frutti che erano riusciti a svilupparsi, causando cicatrici e riducendo il valore commerciale delle albicocche. Questi eventi meteorologici estremi sono diventati più frequenti e intensi, aggravando ulteriormente la situazione già critica dei coltivatori.

    In Puglia, le grandinate hanno colpito duramente, causando danni significativi ai frutti in crescita e riducendo la qualità del raccolto

 

 

  • Difese nelle Coltivazioni Biologiche vs Convenzionali

    Le coltivazioni biologiche, pur essendo più resilienti in alcuni aspetti, soffrono particolarmente le condizioni climatiche avverse a causa della limitata possibilità di intervento chimico. Tuttavia, pratiche come l’inerbimento dei frutteti e l’uso di insetti utili possono aiutare a mitigare alcuni danni. Le coltivazioni convenzionali, d’altra parte, fanno largo uso di pesticidi e fungicidi, che possono avere effetti negativi a lungo termine sull’ambiente e sulla salute umana.


 

 

Le testimonianze dei nostri agricoltori, come Antonella da Eboli e Angela Arcoria da Catania, evidenziano la dura realtà di un’agricoltura sempre più minacciata dai cambiamenti climatici.

Nonostante le difficoltà, molti produttori continuano a perseguire metodi di coltivazione biologica, impegnandosi per una produzione sostenibile e di qualità.

 

La resilienza e la determinazione dei nostri agricoltori sono ammirevoli, ma è essenziale un sostegno maggiore da parte di tutti noi. Supportare la piccola agricoltura e scegliere prodotti locali e biologici non è solo una scelta etica, ma anche un modo concreto per contribuire alla salvaguardia del nostro pianeta e delle nostre tradizioni agricole.


 

 

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Fonti articolo:

– Resoil Foundation

– Regione Siciliana

– Sky TG24

– FreshPlaza