L’azienda Gramineta di Alberto vanta origini lontane, che risalgono alla fine del 1800. L’attività agricola nasce infatti dal lavoro della bisnonna, che insieme al padre comprò dei terreni nella zona collinare di Roccastrada, in provincia di Grosseto (Toscana). Da allora questi terreni fanno parte dell’azienda agricola di Alberto, che se ne occupa dal 2003 quando decise di cambiare vita e diventare agricoltore. Da subito hanno iniziato un tipo di coltivazione biologica, insieme alla figlia Claudia che è sommelier.
La filosofia della famiglia Checcucci è semplice ed efficace: per loro coltivare biologico significa garantire una qualità superiore, anche a costo di ridurre il volume della produzione. Inoltre, sia Alberto che la figlia accolgono i propri clienti con amore e dedizione, per degustare l’olio e il vino della loro azienda: un antico fienile ristrutturato nel bel mezzo della campagna toscana! A Roccastrada Alberto non coltiva solo l’oliveto, da cui deriva l’olio fatto con sole varietà toscane, ma anche un vigneto, che produce vini pregiati della Maremma Toscana.
Abbiamo parlato con Alberto per saperne di più sulla sua azienda e i suoi prodotti biologici!
Come mai hai deciso di intraprendere questo percorso?
“Ci è sembrata un’ottima idea, interessante, c’è molta gente che compra il biologico fresco, per questo il lavoro che facciamo è molto funzionale. Quello che abbiamo di unico è la nostra impostazione: di piccole dimensioni, di qualità, familiare.”
Cosa ti ha colpito di noi?
“Quello che mi ha colpito di Biorfarm è l’idea intelligente, in più tutti i contatti che ho avuto con lo staff della vostra azienda sono stati sempre caratterizzati dall’entusiasmo, tutte persone giovani in gamba, non è facile trovare persone così.”
Cosa pensi di portare di unico nella nostra famiglia e cosa ti piacerebbe condividere con i tuoi biorfarmers?
“L’olio in Toscana ha un’importanza quasi mistica, per esempio se rompi una bottiglia d’olio porta sfortuna. Quello della nostra regione è un olio stabile, che si mantiene fino a 3 anni. Ci piacerebbe insegnare qualcosa di più sull’olio, le sue proprietà, gli aromi. Per esempio non tutti sanno la sua importanza come antiossidante e antisettico. Non si prende solo perché piace ma anche perché ha anche delle specifiche e caratteristiche, importanti e inerenti allo star bene. Oltre a questo ci piacerebbe condividere come si sta in campagna, quello che facciamo o non facciamo, anche per stringere un po più di legami.”
Come descriveresti la tua azienda agricola?
“Azienda giovane e piena di entusiasmo. Per me è quasi più un divertimento che un lavoro.”
Quanto è importante il rapporto diretto tra agricoltore e cliente?
“Importantissimo: noi abbiamo anche clienti esteri…per quanto riguarda l’Italia noi preferiamo contattare i clienti direttamente. Niente grande distribuzione, niente intermediari possibilmente.”
Ricetta preferita con i suoi prodotti e brevemente come si fa?
La nostra tipica ricetta della Zuppa Lombarda.
Questa zuppa, dagli ingredienti apparentemente semplici ma gustosi, ha origini molto lontane; veniva preparata per dare sostentamento ai lavoratori lombardi chiamati a bonificare la Maremma negli anni ’50 e per coloro i quali lavoravano tutto il giorno nelle miniere che allora erano molto numerose (perite, lignite, carbone, caolino, gesso).
I lavoratori all’epoca erano sprovvisti di macchinari che potessero facilitare le operazioni dunque avevano bisogno di pasti veloci ma sostanziosi per affrontare le dure giornate lavorative.
La cultura delle donne di Maremma dell’epoca era quella di non buttare via nulla e di riutilizzare il cibo che avevano al meglio; da qui l’usanza di fare zuppe sia d’inverno che d’estate per non sprecare il cibo e dare da mangiare alle famiglie.
La base era sempre della verdura di vari tipi, dell’acqua di cottura delle verdure nella quale inzuppare il pane raffermo, così da renderlo più morbido.
Ciò serviva per creare un piatto che potesse dare nutrimento ed allo stesso tempo saziare coloro che lavoravano duramente la terra, utilizzando degli ingredienti che si trovavano nelle case del tempo come il pane, i fagioli e l’olio.
La zuppa lombarda così denominata in onore di colori i quali bonificavano le terre di Maremma consiste in una base di pane raffermo toscano sciocco e fagioli cannellini.
Ovviamente il tutto rifinito da un’erba molto utilizzata in Toscana, la salvia ed abbondante olio extravergine di oliva rigorosamente toscano.
Il piatto era ricco di proteine, grassi sani e carboidrati, praticamente un piatto completo.
Ingredienti
250 GR DI FAGIOLI CANNELLINI
4 ETTI DI PANE TOSCANO RAFFERMO
1 SPICCHIO D’AGLIO
1 FOGLIA DI SALVIA
SALE, PEPE E OLIO EXTRAVERGINE Q.B.
Come preparare la zuppa lombarda
Mettere i fagioli a mollo la sera prima, per poi cuocerli la mattina seguente in un tegame pieno d’acqua con uno spicchio d’aglio e una foglia di salvia per circa un’ora. Preparate poi il pane spezzettato in una casseruola e, una volta cotti, aggiungeteci dentro i fagioli insieme alla loro acqua di cottura. Rigirate il tutto fino all’ebollizione, aggiungendo sale, pepe e olio extravergine d’oliva. Quando l’acqua si sarà ritirata e avrete ottenuto un composto abbastanza solido, toglietelo dal fuoco. Servire tiepido e con un giro di olio extravergine di oliva toscano a crudo.
Buon Appetito!