La famiglia Campisi si occupa dell’Azienda Agricola Campisi Gaetano a Cassibile, in provincia di Siracusa, a due passi dalla costa. Portano avanti una passione per l’agricoltura da 4 generazioni: il bisnonno di Salvo si occupava in passato della coltivazione di ortaggi e il nonno ha iniziato a piantare alberi da frutto negli anni ‘50 e ‘70. Salvatore entra a far parte dell’azienda nel 2005, dopo aver conseguito una laurea in Economia, seguendo le orme dei suoi antenati: si occupa insieme al padre Gaetano della parte di produzione e vendita, mentre la compagna Eleonora, entrata in azienda circa un anno fa, lavora nella comunicazione e marketing. Negli anni la loro attività agricola si è specializzata nella produzione della pianta di limone Femminello Siracusano e nella coltivazione bio di diverse varietà di avocado, tra cui Hass e Bacon. Oltre ad alcuni collaboratori esterni, lavorano in azienda anche Manuela, che si occupa della parte contabile.

Ciao Salvatore, ci racconti la tua esperienza nel mondo dell’agricoltura? 

Io ho studiato Economia, quando ho deciso di dedicarmi all’azienda agricola non è stata una scelta legata ad un cambio di professione ma una scelta continuativa, nel senso che l’economia è strettamente legata al mondo agricolo e ci sono tanti aspetti che ne fanno parte: il saper gestire i costi, il personale, migliorare la produzione, essere all’avanguardia con le tecnologie per ridurre le spese. Per tutto ciò che riguarda la parte agraria da sempre ci rivolgiamo a dei professionisti e chiaramente ci mettiamo in campo noi stessi per migliorarci costantemente.” Siamo sempre alla ricerca di nuove sperimentazioni e proviamo nuove cultivar per capire quali sono i limiti dell’area; in più stiamo progettando di realizzare un agriturismo per dare la possibilità ai clienti di venire a conoscerci pernottando in azienda.”

Da dove è nato il desiderio di coltivare l’avocado?

“È nato un po’ per gioco, mi è capitato di fare un viaggio di lavoro in Spagna, dove c’è un microclima simile al nostro. Lì ho visto che molti produttori andavano ad estirpare agrumeti per piantare l’avocado, e da quel momento una volta tornato in Italia ho iniziato ad avviare i primi campi sperimentali. Dagli sbagli ho imparato a fare gli impianti futuri, senza fallanze, per ottenere una produzione omogenea. Negli anni ho provato diverse varietà e poi ho selezionato il sistema migliore.”

Perché hai scelto di coltivare con metodi di agricoltura biologica?

“È stata una scelta presa tanti anni fa, quando ho sentito parlare sempre di più di bio. Ho iniziato a stare in azienda quando ero molto piccolo e ascoltavo sempre i discorsi di persone anziane che ricordavano i tempi in cui coltivava mio nonno, dicendo che le piante erano bellissime perché coltivavano con concimi naturali. Allora mi sono chiesto: perché prima sì e ora no? Quindi da un lato è stata la voglia di fare un passo indietro, un ritorno alle origini, quando i nostri antenati facevano la vera agricoltura, dall’altro c’è stata la volontà di guardare al consumatore e offrire qualcosa di buono, sano e genuino. Le persone sono sempre più attente a quello che mangiano.” 

Che consigli daresti ai giovani che vorrebbero dedicarsi all’agricoltura?

“Un consiglio che posso dare a tutti coloro che desiderano lavorare in agricoltura e prendersi cura di un’azienda agricola è quello di credere fermamente in un progetto, toccarlo con mano per conoscere tutti gli aspetti che si imparano ogni giorno, studiare il territorio e capire se ci sono i requisiti e le condizioni climatiche ideali per coltivare un certo tipo di piante. Questo tipo di lavoro ha tante variabili, per esempio i fattori esterni, che possono avere un impatto negativo sul frutto. Quello che mi ha spinto ad andare avanti è stato anche fare esperienza sulla base del lavoro dei nostri antenati: prendere spunto dai loro metodi di coltivazione e aggiungere degli elementi innovativi.”

Cosa ti ha spinto ad entrare a far parte di Biorfarm?

“Abbiamo deciso di farne parte perché abbiamo capito l’importanza di avvicinarci al consumatore, i supermercati hanno alzato dei muri tra produttore e consumatore, non mettono al centro l’azienda, troviamo prodotti sempre perfetti senza sapere che cos’è l’imperfezione e perché c’è. Considerando che le vendite online hanno preso sempre più piede ho pensato che era un buon modo per far conoscere il nostro prodotto a chi lo consuma e avere un contatto diretto.”

Una ricetta da condividere?

Scotch Eggs di Avocado: uova scozzesi di Avocado.

Ricetta per 2 eggs

Ingredienti:

 5 uova medie

2 avocado bio

280g di tritato

1 tazza di farina

½ cucchiaio di paprika

Sale e pepe nero

Olio per friggere

Procedimento:

Fate bollire 2 uova nell’acqua bollente per 5 minuti, una volta raffreddate sbucciatele, asciugatele e conditele con sale e pepe. Tagliate gli avocado a metà orizzontalmente e fate uscire il seme, posizionate l’uovo nella fossa al posto del seme togliendo una quantità sufficiente di polpa di avocado per fare spazio all’uovo. Staccate con cura la buccia dell’avocado e richiudete le metà. Dividete il tritato in due palline, appiattite una palla in una forma ovale nel palmo della mano e aggiungete l’avocado al centro modellando il tritato in modo uniforme attorno ad esso, assicurandovi che copra completamente le uova. Preparate la panatura e aggiungete 3 uova sbattute in un piatto, la farina in un secondo piatto e il pangrattato in un terzo. Condite tutti e 3 con sale e pepe e un po’ di paprika e impanate il vostro uovo scozzese. Riempite una pentola di medie dimensioni con circa 2 pollici di olio e aggiungete un termometro per frittura. Scaldate l’olio a 375 gradi e friggete gli avocado per 5-6 minuti, fino a quando il tritato è cotto, dorato e croccante. Scolate su una teglia foderata di carta assorbente.

Tagliate le vostre scotch eggs e conditele con le salse a vostro piacere.