L’emergenza siccità che stiamo vivendo in questo periodo è l’ennesimo grido di sofferenza del Pianeta
In Italia non piove sufficientemente da mesi. I fiumi si abbassano. Si abbassano le falde acquifere. Le coltivazioni sono allo strenuo, i pesci muoiono nei fiumi secchi.
Quella che stiamo vivendo è la peggiore siccità degli ultimi 70 anni. E ciò si ripercuote su tutto: l’acqua è la base della Vita, e senza di essa persino le alte sfere dell’economia tremano.
In questi ultimi giorni il Consiglio dei ministri ha dichiarato lo stato di emergenza per siccità per più regioni italiane: Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte, Veneto, ed in ultimo la Toscana. Anche l’Umbria ha chiesto lo stato d’emergenza.
La crisi idrica è più accentuata nel Centro – Nord della penisola, ed in particolar modo nel bacino padano.
Perché sta succedendo tutto questo?
La crisi idrica ha due cause principali.
La prima è sicuramente la mancanza di pioggia in quest’anno e le scarse precipitazioni degli ultimi tre anni. Inoltre le temperature primaverili ed estive sono state notevolmente più alte della norma, e ciò di certo non ha aiutato.
Ci sono poi anche molteplici cause strutturali, quali la cattiva manutenzione dei bacini e degli invasi per la raccolta dell’acqua piovana e la cattiva manutenzione della rete idrica.
Cosa succederà nel futuro?
Di certo non lo sappiamo… ma le previsioni ed i dati non sono a nostro favore.
Questa siccità è solo l’ennesima conferma che stiamo toccando un punto di non ritorno e che tutto sta cambiando, a svantaggio dell’uomo.
Dobbiamo capire che tutto è collegato, tutto è strettamente interconnesso sul Pianeta: non sono solo i fiumi in secca il problema… ma il Mediterraneo con temperature di quasi 5 gradi sopra la media, la Marmolada che tocca i 10 gradi, le rese agricole che per il 2022 subiranno un calo del 20%, il clima ed i terreni del Sud che vanno verso la desertificazione, le gelate primaverili che ormai stanno diventando “la norma” …
E se ciò diventasse appunto “la normalità”?!!! Una normalità di eventi estremi e non controllabili che ha già da tempo iniziato ad avere un impatto sull’agricoltura, sull’economia e sul quotidiano.
Ripercussioni nella vita quotidiana
Forse riusciamo a percepire la gravità della situazione quando viene impattata la nostra vita quotidiana. È quello che sta succedendo in molti comuni della Penisola, dove i sindaci hanno emesso ordinanze (valide spesso fino al 30 settembre) in cui si dispone di limitare l’uso dell’acqua da parte dei cittadini.
Ciò riguarda l’irrigazione di orti, giardini e prati, il divieto di lavaggio di piazzali privati, il lavaggio privato di auto, il riempimento di piscine su aree private, etc… in sostanza per i cittadini è fatto divieto di usi dell’acqua diversi da quello domestico – personale.
Ho 35 anni e mai ricordo che una cosa simile sia successa. E questo mi spaventa. Ma soprattutto mi spinge a voler “fare qualcosa”.
Cosa fare nel nostro piccolo
“Ma cosa posso farci io se non piove?”
“E’ la politica che deve pensare alla gestione della rete idrica, non è una mia responsabilità”
Queste affermazioni, oltre ad essere superficiali, sono “pericolose”: ci deresponsabilizzano e ci fanno mettere le mani avanti, della serie “non posso farci niente”.
Non c’è nulla di più sbagliato perché, come detto sopra, tutto è strettamente connesso e le nostre scelte quotidiane impattano: parliamo delle scelte quotidiane di quasi 59 milioni di Italiani.
Inizio col chiederti: Quanto dura la tua doccia? Quando lavi i denti il rubinetto resta aperto in continuazione? Se fumi all’aperto e butti la cicca per strada, lo sai che con questo caldo puoi provocare un incendio? Potremmo andare avanti per ore!
Tutti noi dobbiamo agire ADESSO per ridurre le nostre emissioni, per NON SPRECARE ACQUA, per dare il nostro piccolo contributo: non possiamo essere indifferenti e continuare a dire “non è un problema mio”.
Valentina Marrone