“Agricola Bargiolina” è adagiata sulle colline di Barge, nel cuneese, a 400 metri d’altitudine.

È un territorio ricco di storia e di tradizione, incastonato tra le pendici del Monte Bracco e la pianura che scivola verso Torino. Gli ettari di terreno coltivati da Roberto ed Elisabetta, padre e figlia, sono ricchi di diverse tipologie di alberi da frutta, tra cui mele, kiwi, mirtilli, susine e ciliegie. 

Tra le varietà di frutti coltivati, l’azienda offre due tipologie di mele: quella autoctona, la “Renetta grigia” della località Torriana, caratterizzata dalla sua buccia “rugginosa” e dal sapore dolce-acidulo della polpa, e la Mela Crimson, una mela dal colore rosso brillante, con una polpa croccante e succosa dal sapore dolce e aromatico. 

Oltre alle mele, anche le Susine Ramassin coltivate dall’Agricola Bargiolina sono autoctone, tipiche del Piemonte Sud Occidentale: sono di piccole dimensioni e la loro morbida polpa ha un sapore dolce e contiene importanti proprietà nutritive.  

Roberto, benvenuto in Biorfarm! Le va di raccontarci la storia della sua azienda agricola?

“Per contestualizzare la mia storia: io sono del ‘60 e sono nato e cresciuto in un contesto agricolo. Quando dovevo decidere cosa fare da grande ho scelto un mestiere diverso, per questo motivo ho scelto all’epoca di trasferirmi a Torino. Tuttavia sono sempre rimasto legato a questa realtà a livello affettivo e aiutavo i genitori nel tempo libero. Quando sono venuti a mancare mi sono chiesto cosa fare di questi terreni, l’azienda non aveva molte prospettive. A quel punto, pur abitando a Torino, ho cercato di coinvolgere persone locali con le quali abbiamo iniziato un discorso di vendita diretta della frutta sulla città di Torino legato ad una Onlus (quindi vendita con finalità sociale) e questo è stato molto gratificante e mi ha incoraggiato ad andare avanti, anche se con molta fatica perché per me era una seconda attività. Quindi abbiamo tenuto in piedi quella che era la realtà precedente tipica contadina dei miei genitori, realtà multifunzionale già allora (c’era anche un allevamento) e ci siamo focalizzati sulla frutta: per alcuni anni ho fatto questa attività di sviluppo e riconversione di quella che era l’azienda originaria dei miei genitori. Nel frattempo Elisabetta, mia figlia, cresceva in città (Torino) e credo che questa mia passione e il mio attaccamento alla realtà agricola l’abbia condizionata un po’, anche nella scelta degli studi.”

Quindi poi è subentrata Elisabetta…

“Sì”, dice Elisabetta, “la mia vita è stata condizionata dalla passione di mio padre: partivamo il venerdì sera e venivamo qui in campagna, dove vedevo i nonni lavorare, osservavo questa realtà. Andavo a scuola durante la settimana, l’estate la passavo qui, per questo mi sono affezionata al territorio. Dopo il diploma ho scelto di guardare e concentrarmi su quello che avevo in mano: da lì abbiamo iniziato un’avventura ingrandendo l’azienda perché ci fosse lavoro per tutti. L’azienda sta cambiando e si sta evolvendo molto velocemente.”

Ci racconta perché avete scelto di far parte di Biorfarm?

“Abbiamo scelto Biorfarm perché è simile a come siamo nati noi, quando inizialmente vendevamo la frutta ad amici o attraverso organizzazioni che lavorano nel sociale. Da sempre come azienda comunichiamo con i clienti che piano a piano diventano amici, inizia un rapporto…Biorfarm mi sembra che a livello multimediale faccia lo stesso nel rapporto diretto con il cliente. Abbiamo visto in Biorfarm la possibilità di darci un modo strutturato e organizzato per creare una cosa che è un po’ nelle nostre corde. Rispecchia il nostro modo di coinvolgere i consumatori che non sono solo clienti, infatti con molti dei nostri clienti si è creato un rapporto molto forte, c’è collaborazione e coinvolgimento. Biorfarm ci aiuta a fare questo, a rafforzare il rapporto con i consumatori attraverso canali che ci consentono di raggiungere clienti più lontani rispetto ai nostri.”

Cosa vi ha colpito di noi?

“Ci ha colpito l’attenzione per la comunicazione, il collegamento tra chi produce e chi consuma, l’idea di mettere in comunicazione diretta agricoltore e cliente senza fare da intermediario. Vediamo in Biorfarm il nostro sogno di arrivare a coinvolgere i consumatori trasmettendo loro informazioni e cultura: quello che abbiamo notato è che molti sono alla ricerca di informazioni che di solito si danno per scontato ma invece non lo sono, c’è una sete di conoscere il mondo rurale, e noi vorremmo fare questo attraverso tutti i canali possibili.”

Cosa pensate di portare di unico nella nostra famiglia?

“Il fatto che come azienda siamo a 360 gradi: produciamo, abbiamo laboratori di trasformazione e una parte turistica con appartamenti per eventualmente preparare la colazione ai clienti con i nostri prodotti biologici. Stiamo lavorando per essere pronti ad accogliere con gli strumenti adatti chi vuole conoscerci da vicino. Un’azienda agricola può anche non essere solo un’azienda agricola fine a stessa, ma può trasmettere delle informazioni: abbiamo in mente un progetto di attività didattiche, per esempio.”

3 aggettivi per descrivere la vostra azienda?

Dinamici 

Amanti del territorio 

Coinvolgenti 

Biorfarm è nota perché gli agricoltori hanno la possibilità di condividere quello che fanno, cosa ti piacerebbe condividere con i tuoi biorfarmers?

“Vorremmo promuovere il nostro territorio, già abbiamo un rapporto con altri produttori locali che ci permette di collaborare e fare iniziative di promozione. Saremmo inoltre contenti di accogliere i clienti di Biorfarm presso la nostra azienda agricola per permettere ai consumatori di vedere da vicino come funziona la coltivazione biologica e conoscere la nostra realtà.”

Ti va di condividere con noi una ricetta speciale?

Ricetta con mele crimson al forno:

Tagliare a metà la mela e togliere il torsolo.

Mettere nella teglia la mela a metà e un po’ di vino bianco, da coprire il fondo della teglia circa un dito.

 

Preparare il ripieno della mela a parte con:

Amaretto sbriciolato a piacere, o sostituire con altro che più gradite.

1 cucchiaio di cacao amaro in polvere 

2 cucchiai di zucchero 

1 tuorlo d’uovo (o lecitina di soia per i vegani) 

1 cucchiaio di rum o alcolico che più piace 

Mescolare bene il tutto.

 

Mettere poi il composto sopra la metà mela e se piace una piccola noce di burro finale.

Forno ventilato 30/40 minuto a 180 gradi.